CODICE DEONTOLOGICO DEI CONSULENTI
FILOSOFICI E LINEE GUIDA PER I CONSULENTI FILOSOFICI AICOFI
Alcuni stralci -Testo non integrale
Capitolo II PRINCIPI ETICI DELLA PROFESSIONE
Articolo 3.1 I principi Etici cui deve ispirarsi il Consulente Filosofico
Il Consulente Filosofico, nell’esercizio della sua professione, deve ispirarsi ai paradigmi di valori universali e principi etici che sottendono la propensione al ‘benessere’ e al rispetto ecologico del sistema di riferimento. Il Consulente Filosofico persegue il bene del consultante singolo, del gruppo o dell’azienda che si rivolge a lui/lei, nel rispetto della soggettività del cliente e degli equilibri della società tutta e del contesto in cui opera.
Capitolo III PRINCIPI GENERALI
Articolo 4.1 Benessere
Il primo dovere del Consulente Filosofico è di ricercare il benessere del Cliente, quindi in primis si impegna ad adottare condotte non lesive per il cliente. Nell’esercizio della sua professione, rispondendo ai bisogni e alle richieste del cliente, il Consulente Filosofico si impegna anche a ricercare, in un’ottica superiore, il benessere della comunità e della società in cui il cliente vive.
Articolo 5.1 Riservatezza e rispetto della privacy
Il Consulente Filosofico deve rispettare il diritto alla riservatezza delle informazioni personali relative al Cliente, di cui è venuto a conoscenza tramite la consultazione. Dal momento in cui l’esercizio della professione è soggetto al trattamento di dati sensibili relativi al cliente, il Consulente Filosofico si impegna a rispettare quanto prescritto dalla legislazione italiana in merito a questioni di privacy. Devono essere trattati come confidenziali tutte le eventuali registrazioni/ appunti relativi alla consultazione con un cliente, di conseguenza la loro custodia è responsabilità del Consulente Filosofico.
Articolo 7.1 Preparazione professionale
Il Consulente Filosofico si impegna attivamente nella ricerca delle pratiche filosofiche e nello sviluppo della professione in senso lato, per raggiungere un sempre più elevato livello di preparazione professionale. A tal scopo, provvede anche ad adempiere al suo aggiornamento professionale partecipando annualmente a conferenze e corsi di formazione.
Capitolo IV RAPPORTI CON IL CLIENTE
Articolo 10.1 Rispetto e Dignità
Il Consulente Filosofico deve rispettare il cliente, quale sia la sua etnia, sesso, inclinazioni religiose, sessuali e culturali, idee e opinioni, i suoi problemi, la sua dignità e autonomia, senza formulare giudizi di valore e senza esplicitare opinioni che possano influenzare il cliente, che non siano di origine filosofica o riconducibili all’approccio filosofico.
Articolo 10.2 Dignità
Il Consulente Filosofico attraverso l’esercizio della sua professione deve garantire il rispetto della dignità del Cliente come essere umano.
Articolo 11.1 Ascolto
Le pratiche filosofiche sono fondate sul concetto di ascolto attivo. Il Consulente Filosofico, nell’esercizio della sua professione, deve ispirarsi al principio di ascolto come guida nel percorso di comprensione delle prospettive razionali ed emotive del Cliente, come veicolo primario per l’instaurazione del processo empatico e come chiave di accesso per proporre nuove possibili prospettive.
Articolo 12.1 Autonomia
Il Consulente Filosofico deve promuovere il processo di autonomia del cliente, facilitando la sua partecipazione alle esplorazioni filosofiche e alla visitazione di percorsi riflessivi, con lo scopo di renderlo autonomo ed indipendente nel più breve tempo possibile. Il Consulente Filosofico deve astenersi dal fissare sessioni non necessarie; la pratica deve essere considerata terminata quando i motivi per cui il cliente ha richiesto la consultazione sono esauriti e non si percepisce alcun beneficio nella perpetrazione degli incontri.
Articolo 14.1 Tecniche applicate
Il Consulente Filosofico impiega durante la consultazione soltanto tecniche o metodi riconducibili alle pratiche filosofiche o per cui abbia ottenuto comprovata certificazione e per cui possa far valere un percorso formativo ufficiale e riconosciuto da AiCoFi.
Articolo 16.1 Consulenza filosofica su gruppi
Nel caso di intervento su gruppi il Consulente Filosofico è tenuto ad informare, nella fase iniziale, l’audience relativamente alle regole che governano l’intervento, l’utilizzo della tecnica o metodologia e la sua applicazione.
Articolo 18.1 Integrità
Il Consulente Filosofico deve condurre le sue consultazioni e consulenze rispettando la reputazione della professione della cui integrità si fa garante tramite un atteggiamento umano e professionale corretto. Deve rifiutare condotte, pratiche e conflitti di interesse che possano compromettere la reputazione della professione e di conseguenza dei colleghi.